Non esiste nulla come Shenmue.

Abbiamo deciso di cominciare questo piccolo speciale in questo modo. Non esiste assolutamente nulla come Shenmue, e questo é un dato di fatto – ma se da un lato la saga di Yakuza attinge a piene mani nell’opera magna di Suzuki, il titolo creato da Toshihiro Nagoshi ha sempre trasmesso delle vibrazioni completamente differenti. Il titolo con protagonista Kiryu Kazama, il dragone di Dojima, si discosta brutalmente dal tipo di story-telling che abbiamo apprezzato in Shenmue, con un passo decisamente differente – le similitudini tra i due giochi sono sempre state esclusivamente in alcune trovate di gameplay, ma sopratutto perché entrambi i titoli sono stati sviluppati sotto la bandiera SEGA. [ads1]

Sicuramente é anche innegabile che l’influenza di Yu Suzuki su Toshihiro Nagoshi abbia giocato un ruolo molto importante nello sviluppo della longeva saga ambientata a Kamurocho. Agli occhi dei fan, Shenmue e Yakuza sono due titoli molto diversi tra loro, dove l’uno non esclude l’altro, ma sopratutto sono opere che non possono essere comparate.

Ma ecco invece arrivare a sorpresa “Project Judge”, nuova IP SEGA presentata durante il Tokyo Game Show ed in arrivo su PlayStation 4 a Dicembre sul mercato Giapponese (l’uscita per il mercato occidentale é stata confermata per il 2019, ma non c’é ancora una data definitiva, cosi come il titolo Project Judge – in Giappone Judge Eyes – non é definitivo.)

Il titolo, sviluppato proprio dai Ryu Ga Gotoku Studios di Toshihiro Nagoshi, avrà come protagonista Takayuki Yagami, interpretato dal famoso attore Giapponese Takuya Kimura (Hero, L’immortale). Che il titolo si rifaccia a Yakuza è chiaro sotto molti aspetti del gioco: la scelta stilistica e’ praticamente identica, anche dettato dal fatto che entrambi si basano sulla stessa tecnologia, il meraviglioso “Dragon Engine”, già utilizzato per Yakuza 6 e Yakuza Kiwami 2. L’ambientazione e’ anch’essa presa a pie’ mani da Yakuza, con il fittizio quartiere di Kamurocho al centro dell’avventura.

Ma ecco che Project Judge prende una svolta diversa rispetto al suo parente più stretto. Il sistema di combattimento risulta nettamente diverso. Il protagonista infatti sembra far uso di uno stile molto meno “rissa da strada” e più vicino ad una vera e proprio arte marziale. Qualcosa che sicuramente ci avvicina già più a Shenmue rispetto a Yakuza. Troviamo anche degli inseguimenti che contengono diverse serie di QTE, come abbiamo potuto apprezzare in Shenmue, ma in generale quello che sembra distaccare Project Judge da Yakuza ed avvicinarlo poco più a Shenmue e’ il ritmo di gioco.

Nagoshi ci assicura un ritmo di gioco molto più lento, con un focus sulla parte investigativa ed un passo meno incalzante nel racconto rispetto a Yakuza, senza sacrificare la spettacolarità della trama stessa – parliamo pur sempre di giochi focalizzati sulla qualità narrativa. Durante un intervista e’ stato reso noto che per terminare senza troppi intoppi la trama principale saranno necessarie circa 30-35 ore, mentre ottenere tutti i trofei (quindi terminare anche le missioni secondarie), richiederà tra le 100 alle 200 ore di gioco.

Insomma, un distacco dalla serie di Yakuza che rende il nuovo titolo di casa SEGA, almeno su carta, meno frenetico e caciarone, avvicinandolo quindi al tipo di avventura in terza persona che ci ha stregato in Shenmue – ma sappiamo bene che non basta semplicemente questo per equiparare l’opera che abbiamo imparato ad amare in questi ultimi 19 anni. Noi comunque pensiamo che sia arrivato finalmente il momento di dare fiducia a questa rinata SEGA.